Ecco una delle tante interpretazioni del fil
Tempo fa mi sono cimentato in una spiegazione di 2001 in chiave nietzscheana, scoprendo, come non mai, che questo grande film esplica in modo completo e preciso tutto il destino dell’ uomo potente e tecnologico, ponendo domande che mai come oggi, nel Terzo Millennio, sembrano imporsi alla nostra attenzione con grande apprensione per l’ avvenire futuro .
La visione di un maschio possente che permise al nascente genere umano di sopravvivere alla spietata lotta per l’ esistenza, quindi il passaggio dalla scimmia all’ uomo e il modo in cui quest’ ultimo sembra voler lanciarsi nell’ ignoto sembrano chiedere : in quale situazione l’ uomo vuole lasciare la Terra, prima del grande salto spaziale ? Soprattutto, con quale atteggiamento si pone di fronte al mistero della vita , che nel film vediamo mirabilmente rappresentato dall’ oscuro
monolito ?
Proprio questo mistero sembra però seguirlo ovunque , e sempre lo seguirà , ciò a
cui inevitabilmente non può fare a meno di pensare ovvero la morte .
Il Monolito :
l’ uomo in nero
Già nella prima parte vediamo una considerazione enigmatica di Sole, Luna, Terra e quindi in ultimo dell’ uomo, seguito dalle vicende di un gruppo di ominidi che per conservarsi ovvero nutrirsi e perpetrare il loro status vivendi devono uccidere .
Ciò che più mi colpisce è inoltre la visione di questa piccola scimmia che nel momento in cui il Sole coincide allo Zenit inizia un processo nuovo , in cui sembra liberare un energia nascosta e a dir poco esplosiva che è dentro di sé; inevitabilmente guarda la morte che ha lì davanti e che pure è dentro l’ uomo , mentre il misterioso guardiano non può che interporsi tra i due principi che scandiscono ogni esistenza organica o inorganica nell’ universo .
Non ci vuole molto a comprendere che è il monolito a far scattare il principio della potenza nell’ uomo , ma sarà anche sempre esso a condurlo alla morte e infine a farlo rinascere . Cosa dunque si nasconde nel monolito nero , che sorge prima dalla Terra , poi dalla Luna e infine si presenta ancora misterioso nell’ attimo della morte ?
Proprio per questo sono portato a considerare in virtù prima dell’ ottica nietzscheana e poi di 2001 , con tutte le sue implicazioni ontologiche e universalistiche , che il monolito è proprio insito nell’ uomo stesso .
Elaborato come archetipo jungiano, esso è l’ io-non cosciente che incredibilmente deve sapere tutto , così compatto , asciutto e misterioso come è, colui che proprio nella notte ci parla nel sogno (di noi stessi , della natura/ambiente che ci circonda , fino a svelarci o a premonirci i più nascosti segreti) , ma anche di giorno , volendo scherzare un po’
( allucinazioni , apparizioni mistiche , profezie passate e future) .
Quel filo taciuto che ci collega invisibile con altri mondi , altre vite ?
Concludo con una domanda interessante : in 2001 il monolito appare alla prima scimmia, al sorgere dell’ alba, mentre ancora tutti dormono, che fosse un sogno rivelatore ?
Il ritorno alla Grande Madre
La conclusione di 2001 mi fa letteralmente drizzare i capelli , soprattutto perché tocca un tema che oggi oserei definire scottante .
E’ esemplare vedere il trapasso del Dio potente e tecnologico , ad una concezione della vita antichissima , ma per molti mai sentita : la Grande Madre .
Commovente la scena di quest’ uomo sofferente che morendo rinasce quale bambino che non può che ritornare nel grembo della Madre Terra
( rappresentando una misteriosa auto-fecondazione che porta alla nascita di una nuova specie) , prima senza essere passato però per lo sguardo della Dama Bianca, l’ archetipo lunare e immacolato della maternità . Una visione simbolica questa che però vuole ancorarci ad una verità che inevitabilmente e non solo ci porta ad una nuova idea di vita dell’ uomo , non più potente , travolgente e a dir poco fallico, ma alla nuova speranza di pace della primigenia donna che suprema sorregge il bimbo dell’ essere .