Non sapevo come intitolare questo topic che vuole essere un proseguo di quello che abbiamo aperto nell'angolo dello spamme.Intanto scrivo un piccolo pezzo dell'immortalità di Kundera.
"Una volta da piccola,in una delle sue passeggiate con il padre,Agnes gli aveva chiesto se credeva in Dio.Il padre aveva risposto "Credo nel Coomputer del creatore".Questa risposta era così strana che alla bambina era rimasta impressa.Non era strana solo la parola computer ma anche la parola creatore ma anche la parola creatore:il padre infatti non diceva mai Dio,ma sempre Creatore,come se volesse limitare il significato di Dio unicamente alla sua attività ingegneristica.Il computer di Dio:ma come si fa a comunicare con un computer?Perciò aveva chiesto se lui pregava.Lui le disse :"Sarebbe come pregare Edison quando ti si fulmina la lampadina"
Agnes dice a se stessa:il Creatore ha messo il computer un disco con un programma dettagliato e poi è andato via.Che Dio abbia creato il mondo e poi lo abbia lasciato in balia degli uomini abbandonati,i quali,quando si rivolgono a lui,parlano a un vuoto senza risposta,non è un idea nuova.Ma una cosa è essere abbandonati da Dio dei nostri avi, e un'altra essere abbandonati dal Dio-inventore del computer cosmico.Al suo posto c'è un programma che in sua assenza continua a svolgersi innarestabile,senza che nessuno vi possa cambiare qualcosa.Caricare il programma nel computer:questo non significache il futuro sia progettato nei dettagli,che tutto sia scritto lassù.Nel programma,ad esempio,non era specificatoche nel 1815 ci sarebbe stata la battaglia di Waterloo e che i Francesi l'avrebbero persa,ma soltanto che l'uomo è per sua natura aggressivo,che la guerra è il suo destino e che il progresso tecnico la renderà sempre più terribile.Tutto il resto,dal punto di vista del creatore,non ha alcuna importanza ed è solo un gioco di variazioni e permutazioni di un programma definito nelle sue linee generali che non è un'anticipazione profetica del futuro,ma indica semplicemente i limitti dellepossibilità;entro quei limiti tutto il potere è lasciato al caso.